Cori e ululati a Roma e Verona, ancora razzismo in Serie A

SalernoNews24-Sport- di Emanuele Petrarca-

Tornano le polemiche in Serie A ed il razzismo torna ad essere protagonista nei nostri stadi di calcio. Sono ancora vivide nella memoria di tutti gli episodi accaduti negli ultimi anni: in particolar modo gli ululati e i fischi riservati nella scorsa stagione a giocatori come Koulibaly o Matuidi.

L’11° giornata di campionato ha riservato grandi sfide ed un sali-scendi di emozioni che, purtroppo, passano in secondo piano rispetto, soprattutto, a due spiacevoli episodi. Sabato, alle ore 15, è andato in scena il “derby del Sole” tra Roma e Napoli, con i giallorossi usciti vincitori per 2-1, che ha registrato una momentanea sospensione della partita a causa di cori discriminatori rivolti da un gruppo di tifosi giallorossi ai napoletani. Malgrado siano pochi i kilometri che dividono le due città, un gruppo di tifosi ha ben pensato di inveire contro i partenopei e la loro città, rovinando un contesto di rivalità sportiva e la bella atmosfera che le due tifoserie, fino a pochi minuti prima, stavano creando per incitare i propri beniamini.

La Lega ha deciso di multare la Società Sportiva Roma con “solo” una multa di 30 mila euro ma c’è una chiara e felice spiegazione. Infatti, come prova che l’ignoranza è solo di pochi “stupidi” non definibili tifosi, appena la partita è stata fermata il centravanti bosniaco Edin Dzeko ha esortato i suoi tifosi ad applaudire e coprire i fischi fino a farli smettere. Il gesto è stato notato e notificato dalla Lega Serie A che ha voluto premiare la buona condotta del numero 9 giallorosso, evitando di dare una multa salata alla sua squadra.

L’episodio più grave, però ,è accaduto il giorno successivo quando a Verona, al 9° minuto del secondo tempo, Mario Balotelli scaraventa il pallone in tribuna e minaccia di uscire dal campo in seguito a ululati razzisti nei suoi confronti, costringendo l’arbitro del match a sospendere la partita per almeno 3 minuti. Come sempre, è giusto rimarcare che solo una minima parte della tifoseria ha partecipato ai cori e fa quasi ridere pensare che vari minuti prima, proprio i tifosi dell’Hellas hanno esultato con gioia al primo gol stagionale di Eddy Salcedo, giovane italiano di colore, come Balotelli.

La Lega Calcio ha imposto la sua legge squalificando per 1 turno la “Poltrona Est” , zona da cui provenivano i cori. Nel comunicato, rilasciato dalla Lega, si legge di come i cori siano stati “chiaramente percepiti” da giocatori, tifosi e Procura federale, eppure, molti tifosi Veronesi, e anche l’allenatore Juric, negano ci siano stati davvero cori razzisti additando Balotelli di una reazione troppo eccessiva. La verità è che, purtroppo, in uno stadio gremito che si gode la partita nel rispetto delle regole e della decenza , ci sono gruppi, microscopici a volte, enormi in altre situazioni, che vedono l’avversario con odio e le provano tutte pur di poterlo battere.

È incredibile pensare come delle tifoserie che supportano squadre che per il 90% hanno giocatori, allenatori e dirigenti stranieri, facciano razzismo contro gli altri. Il vero razzismo non è più riguardo il colore della pelle, ma riguardo il colore di maglia. Colpire dove fa più male, sull’ orgoglio di una città, come successo al Napoli, o sul colore della pelle, come successo a Mario Balotelli, perché così si destabilizza l’avversario e si permette alla propria squadra di poter avere un “vantaggio” nel batterlo. Il Calcio Italiano è ancora dietro anni luce ai dogmi che altri campionati si sono imposti ed è il momento che le sanzioni diventino più salate contro questi individui che uccidono la bellezza del nostro sport. Che sia una città, la pelle o il colore di una maglia, lasciamo l’odio e il razzismo a casa e torniamo alle sane e vecchie rivalità.

Emanuale Petrarca