Liceo, ricordi, emozioni con “Gli anni del Liceo” di Maria Pia Bertolino
Ex Libris- di Claudia Izzo (Tratto da “La Voce di Buccino”- Scelti per voi-)
“Gli anni del Liceo” di Maria Pia Bertolino-Guida Editori.
Libri, libri, libri…per perdersi e ritrovarsi, libri per cercare quelle righe che sembrerebbero scritte dall’ autore proprio per noi. In questo periodo di inizio dell’anno scolastico, quale migliore modo per cominciare se non con un testo che parli dello splendido periodo del Liceo?
Con un tono “gioioso, giocoso, ironico e autoironico”, come la stessa autrice Maria Pia Bertolino dice, “Gli anni del Liceo” fa trasparire squarci di un scuola d’altri tempi, il Torquato Tasso, e della Salerno di allora “un mondo che non era né peggiore né migliore dell’attuale, era diverso. No, scusatemi, forse più bello. Almeno nel ricordo…”
Il testo, 152 pagine, edito da Guida, Pagine d’Autore, corredato da delicate poesie nella seconda parte, è un excursus nella vita di una liceale che si affaccia alla vita, un libro, come afferma il professore Francesco D’Episcopo nella sua introduzione “bello e fresco di levità giovanile, che tutti i salernitani dovrebbero leggere e gustare, in prosa e poesia per ritrovare gli anni migliori della nostra vita, quelli di un’età impareggiabile, che qui rivive con una verità che restituisce tutta la poesia di una città, di una società che, a distanza di pochi anni, avrebbero accelerato il loro ritmo, rendendolo convulso e difficilmente controllabile, fino al rischio di smarrire parte della propria identità”.
Maria Pia Bertolino mette a disposizione, nell’ ambito del Premio istituito dal Liceo Tasso di Salerno con l’Associazione Ex allievi, presieduta dall’ avvocato Roberto Mignone, un premio finanziario denominato appunto “Premio “Maria Pia Bertolino – gli anni del Liceo” rivolto agli allievi che frequentano la classe 5^ per sviluppare nelle giovani generazioni il mito degli anni definiti “ più belli ”.
Laureata cum laude all’Università di Napoli in Lettere Classiche e diplomatasi al V anno di pianoforte presso il Conservatorio “San Pietro a Majella”, la Professoressa Bertolino ha insegnato italiano e latino nei licei. Premiata in concorsi letterari, è autrice delle sillogi poetiche Oltre le parole, Una rabbia di felicità, Dalla terra in poi, Poesia, sostantivo femminile? ed è inoltre componente della Schola Cantorum della Cattedrale di Salerno
Padre siculo, madre salernitana, due intensi occhi verdi, carattere deciso ed estrema simpatia, passione per le Lettere e le Arti, rendono Maria Pia Bertolino un cantore perfetto della bellezza del tempo trascorso tra i banchi da allieva.
La scrittrice e poetessa fa affiorare in questo suo testo tante emozioni, tratteggia ricordi: lei, donna in fiore, allieva del Liceo Tasso attratta dalle antiche lettere magistralmente insegnate da professori vecchio stampo come Coppola, Di Benedetto, Lazzaro, Gugliucci, lettrice di Dostoevskij e Sartre, riteneva davvero che la bellezza avrebbe salvato il mondo…
Nel Liceo Tasso, frequentato con piacere e semplicità, per le materie che amava, Maria Pia Bertolino ha acquisito il senso del dovere e l’amore per la cultura, crescendo “tra cielo e monti, mare e coste” e interiorizzando tanta bellezza sempre seguita dallo sguardo autorevole del padre e dei professori.
La Salerno descritta è quella di Piazza San Francesco, tra le interrogazioni e i Mak P 100 con permessi genitoriali da accordare; tra cotte, amori, innamoramenti, il colore degli oleandri, l’alluvione che colpì Salerno, le sue strade, tra il passeggiare dei giovani dall’Hotel Diana al bar Vittoria, via Velia, la via delle Botteghelle, il Lungomare, l’acquedotto medioevale, il cinema Odeon e poi Metropol, con le poesie di Alfonso Gatto. Il testo diviene così uno spaccato della sua storia personale, della città di Salerno e della società dei tempi, tra la speranza di un mondo migliore con Martin Luther King e Gandhi, le splendide pellicole di De Sica, gli Oscar di Moravia, le interpretazioni di Sofia Loren e la comparsa dei primi bikini.
Gli anni del Liceo sono per l’autrice “quasi un’età di Saturno, un’ancora, un soffio di protezione “per i periodi duri della vita. La liceale di allora è diventata donna, madre, scrittrice, poetessa ha insegnato le materie che ha amato ed in esse ha trovato e trova ancora nutrimento per la sua mente, spunto per la sua poesia, bellezza per la vita di ogni giorno. Se come ella stessa sostiene “i libri sono vivi” il suo è un inno alla gioventù come strumento di difesa nell’età adulta, come scintilla da cui nutrirsi e da cui trarre ispirazione, chissà, forse anche per un secondo libro tutto da scrivere e da amare.
