Tartarughe, lucciole, api: presenze confortanti per l’ecosistema

Mini e Microfauna: sentinelle della Natura- di Vincenzo Iommazzo-

Da un po’ di tempo l’attenzione degli scienziati e dell’opinione pubblica si sta rivolgendo allo studio di piccoli animali, alcuni a rischio estinzione, per rilevarne presenze, abitudini e monitorare il loro numero per quanto possibile.

La Campania costituisce a riguardo un significativo laboratorio: quest’estate, per esempio, nel Cilento si sono verificate più abbondanti degli altri anni nascite di tartarughe marine “Caretta Caretta”, regolarmente seguite da ENPA e stazione zoologica Anthon Dohrn alla presenza di biologi e volontari con il supporto del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

L’alta percentuale di animali che ha raggiunto felicemente il mare subito dopo la schiusa delle uova testimonia che tra i volontari, i residenti e gli operatori sta aumentando il grado di attenzione verso l’ambiente, la preparazione e la qualità del coordinamento delle attività. D’altro canto la scelta costante di nidificare sulle nostre spiagge da parte delle tartarughe, consente di parlare di acquisita regolarità del fenomeno, almeno nell’area del Mediterraneo occidentale.

Nel salernitano aumenta anche il numero delle lucciole, che in alcuni mesi dell’anno, regalano uno spettacolo imperdibile in specie nella valle del Sele, grazie al ridotto inquinamento luminoso e ad altre favorevoli condizioni. Il fotografo naturalista Massimo Gugliucciello ha fatto del loro studio una ragione di vita e organizza osservazioni collettive finalizzate allo scopo di condividere l’importanza di tali coleotteri considerati indicatori dello stato di salute dell’habitat. Il sorprendente aumento dalle nostre parti di tali piccoli animali la cui luce è frutto di una reazione chimica, conforta residenti, turisti e amici, animati dalla riscoperta di una natura che si riteneva scomparsa, ma che invece resiste all’inquinamento e alle vicissitudini climatiche.

Più tribolata è, invece la vita delle api, insetti importantissimi per la vita del pianeta, di cui esistono 25mila specie diverse. Producono 250mila tonnellate annue di miele, di cui 23mila in Italia; l’Europa è il secondo produttore mondiale dopo la Cina. Sono minacciate da un insieme di fattori in gran parte provocati dall’uomo come scarico dei diesel e uso di pesticidi, ma anche da condizioni climatiche estreme come piogge violente, siccità e umidità elevata.

Se il trend attuale non cambia, si prevede l’estinzione del quaranta per cento di tali insetti entro poche decine di anni. Sarebbe una catastrofe in quanto gli imenotteri impollinano circa 250mila specie vegetali un terzo delle quali regolarmente sono presenti sulle nostre tavole. Frutta come mele, pere, kiwi, ciliegie, albicocche, susine, meloni e ortaggi come pomodori, zucchine, carote, cavoli, agli e cipolle dipendono in tutto o in parte dalla loro impollinazione. Sono dati notevoli, specialmente per un mondo alle prese con la necessità di riuscire a nutrire una popolazione in continua crescita senza collassare.

Piccoli animali, dunque, ma fondamentali per mantenere in equilibrio l’ecosistema; va accresciuta da parte di cittadini e istituzioni l’attenzione per scongiurarne la scomparsa che, con buona probabilità, anticiperebbe di poco quella degli esseri umani.

 

Redazione Salernonews24

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