Sarri alla Juventus! Il Sarrismo da Napoli a Torino
SportNews24- di Emanuele Petrarca-
Il Sarrismo ha vinto. Sembra quasi un paradosso scrivere questa frase 24 ore dopo la conferma che Maurizio Sarri sarà il nuovo allenatore della Juventus, avendo firmato un contratto che lo legherà ai bianconeri per 2 anni con una cifra che si aggira intorno ai 7 milioni. Proprio lui, che a Napoli ha lasciato il cuore ed è, contemporaneamente, entrato nel cuore di milioni di tifosi partenopei orgogliosi di essere rappresentati dall’esotico ed estroso “sarrismo”, accetta la sfida offertagli dall’acerrima rivale.
Il concetto di calcio di Sarri è semplice e complesso al tempo stesso. Il bene corale e la bellezza tecnica vengono messe in primo piano rispetto alla bravura del singolo ed alla concezione, tutta italiana, del catenaccio e del “difensivismo”. La Juventus ha sempre rappresentato un tipo di calcio, poco bello da vedere ma, molto più concreto per il raggiungimento del risultato, che è agli antipodi di quello espresso dal tecnico toscano. La teoria del “vincere è l’unica cosa che conta” è un concetto che ha accompagnato i bianconeri sin dagli albori e si è accentuato nell’ultimo periodo targato Massimiliano Allegri, rendendo la squadra torinese cinica e spietata, ma anche, accorta e difensiva, lasciando alla stampa e alle statistiche il “bel gioco”.
Eppure, proprio i bianconeri, fautori del “vincere è l’unica cosa che conta”, hanno deciso, consapevoli del radicale cambiamento, di scommettere su Maurizio Sarri e di abbracciare le regole del “sarrismo”. Sarri e la Juve sono sempre state due rette parallele destinate a non incontrarsi mai, non solo per le dichiarazioni spesso velenose, che entrambe le parti si riservavano, e per la rivalità sportiva, ma, soprattutto, perché troppo diversi. Eppure entrambe hanno una storia simile con un’ascesa all’olimpo calcistico che risale all’ ormai lontano 2011. Mentre la Juve risorgeva dalle ceneri dei due settimi posti, vincendo il primo degli otto scudetti consecutivi, Sarri venne esonerato dal Sorrento. Sembrava la fine di una carriera che, in realtà, era solo all’inizio.
Negli anni successivi entrambe le parti si affermano esprimendo il loro ideale di calcio: l’una con Conte, nonostante non riesca ad affermarsi in Europa, e l’altra con l’Empoli. Dal 2015 entrambi entrano nella massima espressione del loro calcio affermando il “Sarrismo e la “Juventinità”. Mai nessuno avrebbe pensato che queste due concezioni potessero unirsi e, potenzialmente, entrambe potrebbero giovare di questo particolare binomio. La storia di Sarri è la storia di un uomo di banca che vuole fare la propria rivoluzione per cambiare la sua vita e provare a incidere il proprio nome nella storia del calcio.
La Juventus sposa l’ideale di bellezza e di tecnica offensiva e cercherà di sinergizzarlo con il cinismo e la crudeltà del proprio DNA calcistico. Un uomo venuto dal nulla, esonerato nelle serie minori, destinato a calcare campetti provinciali e a sposare i progetti di società poco conosciute, ha vinto. È andato al Napoli, ed ha imparato il calcio dei grandi, ha conquistato l’Europa, togliendosi la targa di “poco europeo” ed adesso esporta il suo pensiero in una delle società più potenti del calcio contemporaneo.
La Juve ci ha creduto. Il “sarrismo”, in fin dei conti, ha vinto.
