Genio, gusto e bellezza- di Claudia Izzo-
Fiorentino, classe’23, Gian Franco Corsi Zeffirelli, per tutti Franco Zeffirelli, ci ha abbandonato in questa calda giornata estiva nella sua casa romana all’età di 96 anni, dopo una lunga malattia.
“La bellezza è la sola qualità che ci rende uomini fin dalla nascita. Un corpo, un gesto e un colore che ci inebriano sono l’unico incentivo consentito all’uomo per creare l’opera d’arte e congiungersi a Dio”, queste alcune parole del regista toscano riconosciuto come uno tra i più importanti nel mondo che si caratterizza per la sua eleganza rara, preziosa, attento al melodramma ed alle storie d’amore. Regista, sceneggiatore, scenografo di gusto e di garbo, è stato un gigante della cultura italiana, capace di proporre bellezza.

“Siamo onorati di averlo avuto come regista a Salerno di due grandi spettacoli al Teatro Municipale Giuseppe Verdi di Salerno: l’ Aida e La Traviata. In quelle straordinarie occasioni avemmo modo di rivivere i capolavori verdiani con tensione umana ed artistica che al ricordo ancora emoziona. Con Zeffirelli scompare uno dei figli migliori dell’Italia, comunità di eleganza e bellezza”, ha commentato il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli.
Secondo alcuni studiosi imparentato con Leonardo Da Vinci, dichiaratamente omosessuale, si dichiarava cattolico, ispirato da Giorgio La Pira, non apprezzava però il «movimento gay», in quanto per lui «l’omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma. È una virilità creativa». Visse un lungo e travagliato rapporto con il regista Luchino Visconti, ma non fece clamore la sua vita privata.
Candidato due volte al premio Oscar, ha vinto cinque David di Donatello ed è l’unico in Italia a potersi fregiare del titolo di “Sir” conferitogli dalla regina Elisabetta per l’adattamento delle opere di Shakespeare per il grande schermo. Si avvicinò anche alla politica, quando, nel 1994, grazie all’amicizia con Silvio Berlusconi fu eletto al Senato nelle fila di Forza italia , nella circoscrizione di Catania.
La sua fu un’infanzia tribolata dovuta al fatto di essere figlio illegittimo di Ottorino Corsi, un commerciante di stoffe originario di Vinci. Sua madre, fiorentina, Alaide Garosi Cipriani morì quando il piccolo Franco aveva sei anni ed il riconoscimento paterno avvenne solo a 19 anni. Fino ad allora, il suo nome fu Gian Franco Zeffirelli, a causa di un errore di trascrizione all’anagrafe del cognome scelto dalla madre, Zeffiretti. Suo istitutore fu Giorgio La Pira ai tempi del collegio a Firenze, poi frequentò l’Accademia di Belle Arti esordendo nel secondo dopoguerra.
Fu aiuto regista di Luchino Visconti fino al suo esordio come regista teatrale e cinematografico negli anni ’50.
Tantissime le sue regie :La Cenerentola, Il Turco in Italia, Manon Lescaut, Lucia di Lammermoor, Cavalleria Rusticana, Pagliacci, La Traviata, Rigoletto, Falstaff, Don Giovanni, Romeo e Giulietta, Per Firenze, documentario sull’alluvione di Firenze del 1966, Amleto con Giorgio Albertazzi, Chi ha paura di Virginia Woolf con Enrico Maria Salerno, La Lupa di Verga con Anna magnani, Gesù di Nazareth, Il campione, Amore senza fine, Il giovane Toscanini, Storia di una Capinera, Jane Eyer, Un tè con Mussolini, tanto per citarne alcune…
Amante dell’amore in ogni sua declinazione, il cineasta fiorentino ha conquistato il mondo, morendo con accanto i suoi due figli adottivi Pippo e Luciano. Riposerà nel Cimitero monumentale delle Porte Sante di Firenze e la Camera ardente sarà allestita lunedì , nella sua amata Firenze, nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio.