I Beni culturali accessibili a tutti- di Maria Gabriella Alfano-
Le nostre città d’arte attraggono ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo,
confermando che il turismo è il principale motore economico dell’Italia. L’offerta turistica
potrebbe migliorare se la fruizione dei beni culturali fosse maggiormente garantita.
Le città sono “di tutti” è vero, ma non sempre sono “per tutti”. I centri storici e i siti
monumentali sono i più problematici da visitare, anche perché non sempre è possibile
intervenire per renderli accessibili senza alterarne le caratteristiche e gli elementi
percettivi.
Eppure, con interventi intelligenti si può riuscire a migliorare la situazione attuale.
Una delle maggiori criticità è la percorribilità delle strade antiche, a causa del calpestio
irregolare e sconnesso delle antiche pavimentazioni in pietra. Che fare?
A Roma sul percorso pedonale nelle zone del Pantheon, alla pavimentazione in sanpietrini
sono state affiancate “corsie” di superficie regolare e compatta, accessibili e sicure. Scelte,
quelle di Roma, che sono previste nella “carta dello spazio pubblico”, parte dello strumento
urbanistico comunale, che indica le caratteristiche qualitative e prestazionali necessarie per
garantire a tutti un’agevole e sicura mobilità.
A livello nazionale un importante passo in avanti ha rappresentato l’approvazione della
“Carta dei diritti del turista” (legge 135/2001) poi modificata nel corso degli anni proprio
per recepire l’avanzare della cultura inclusiva dell’accessibilità. La legge prevede, infatti,
l’eliminazione delle barriere architettoniche per consentire a tutti, disabili e non, l’accesso
ad ogni servizio in modo facilitato, indicando le condizioni minime affinché un bene sia
considerato fruibile.
La principale condizione da garantire è l’accessibilità, cioè l’assenza di barriere
architettoniche, culturali e sensoriali. Ma ve ne sono altre. Ad esempio c’è l’offerta culinaria
dedicata ai vegetariani, ai vegani o ai celiaci, categorie tutte in costante aumento.
Ma è davvero possibile l’accessibilità per tutti?
Come “caso” emblematico mi piace citare Venezia. La città comprende 121 isole collegate
da 435 ponti. Com’è noto, ci si sposta utilizzando i canali, i ponti e le stradine che collegano
le calli. Una città oggettivamente difficile da visitare per un disabile motorio, per un non
vedente o un sordo. Eppure, grazie alle politiche del comune, quasi il 70% del centro
storico è accessibile a persone con disabilità motoria.
Sono stati creati numerosi itinerari “senza barriere” ed è possibile accedere a tutti gli imbarcaderi dei mezzi pubblici.
Se si visita il sito del Comune di Venezia si può scaricare la “Mappa di Venezia accessibile”
in cui sono indicati il grado di accessibilità delle varie insule e i mezzi da utilizzare per
raggiungerle. I musei e numerose gondole sono accessibili come lo è parte delle strutture
per l’ospitalità della città lagunare.
Altro caso emblematico è la zona archeologica di Pompei, tra i siti più visitati al mondo,
inclusa dall’ UNESCO tra i luoghi “patrimonio dell’Umanità”.
Fino a qualche anno fa strade e case romane erano di difficile accesso non solo a quanti