L’Europa approva lo stop a plastiche monouso dal 2021

Ma a Nairobi l’ONU manca l’obiettivo- di Vincenzo Iommazzo-

A marzo di quest’anno il ministro dell’Ambiente Sergio Costa esultava per il voto storico del Parlamento Europeo che avviava l’iter per arrivare allo stop di alcuni oggetti di plastica monouso in ambito europeo e prevedeva l’emanazione della direttiva in tempi brevi.

Ora ci siamo: Il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il via libera formale alla direttiva che si basa sulla legislazione esistente in materia di rifiuti, ma si spinge oltre. Stabilisce norme più severe per prodotti e imballaggi che rientrano tra i dieci inquinanti più spesso rinvenuti sulle spiagge europee. Sono vietati i prodotti in plastica usa e getta per i quali esistono alternative: secondo le nuove norme, i piatti, le posate, le cannucce, le aste per palloncini e i bastoncini cotonati in plastica monouso saranno vietati entro il 2021. La direttiva prevede di raggiungere un obiettivo di raccolta delle bottiglie di plastica del 90% entro il 2029. Le norme prevedono anche che le bottiglie di plastica abbiano un contenuto riciclato di almeno il 25% entro il 2025 e di almeno il 30% entro il 2030. Obiettivo della direttiva sono i prodotti composti interamente o in parte di materiale plastico che sono destinati a essere utilizzati una sola volta o per un breve periodo di tempo prima di essere gettati.

Già prima dell’approvazione della direttiva e della sua entrata in vigore, gli italiani si stavano dimostrando più attenti all’uso di plastiche monouso. Secondo un’analisi di Coldiretti basata su sondaggi di Eurobarometro, uno su quattro ha già evitato di acquistare piatti, bicchieri o posate. E ben il 68% ritiene che sarebbe opportuno pagare un sovrapprezzo per questi prodotti. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un comportamento virtuoso spinto da una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale. Un tema che riguarda non solo il rispetto dell’ambiente, ma anche la stessa salute degli animali, da quelli marini fino a quelli da fattoria. I rifiuti di plastica sono, infatti, i più diffusi anche nelle campagne, spesso a causa dell’inciviltà di chi abbandona le stoviglie utilizzate per i picnic. Mucche, pecore o cavalli degli allevamenti rischiano così di restare soffocati dai residui come sacchetti o piatti, ma si registrano episodi in cui animali sono morti addirittura a causa di prodotti “di moda” come i resti delle lanterne cinesi che sempre più frequentemente vengono fatte volare in cielo. Accanto ai comportamenti scorretti dei cittadini, non mancano poi i casi in cui le campagne vengono utilizzate addirittura per lo smaltimento illecito di rifiuti – conclude la Coldiretti – abbandonati nottetempo senza curarsi dei gravissimi danni che ciò comporta all’intero settore agricolo.

Le nuove regole “sono un grande primo passo per voltare pagina”, ha commentato Greenpeace Europa. “Con norme più severe per prodotti e imballaggi – ha affermato il presidente della Commissione Affari Economici del Parlamento Europeo, Roberto Gualtieri – l’Europa si dota di misure all’avanguardia per la tutela dell’ambiente”. Secondo l’eurodeputato PD “nella prossima legislatura dobbiamo puntare a rafforzare ulteriormente queste misure, introducendo disposizioni che prevengano la generazione di rifiuti, a partire dalla progettazione eco-compatibile, e realizzando un vero Green New Deal che metta il tema della sostenibilità ambientale e della trasformazione del modello di sviluppo al centro delle politiche europee”.

Ma a fronte di una notizia buona, se ne deve registrare una contraria proveniente  dalla Quarta Assemblea delle Nazioni Unite sull’Ambiente UNEA-4 (il più importante organismo decisionale globale sull’ambiente), conclusasi senza decisioni significative per contrastare l’inquinamento marino da plastica, proprio quando in tutto il mondo i giovani scendono in piazza per chiedere azioni efficaci contro il cambiamento climatico. “I leader mondiali hanno clamorosamente fallito nel loro impegno per un’azione efficace contro la crisi sempre più acuta dovuta all’inquinamento da plastica e non ascoltano la società civile”, questo dichiara il WWF. Una risoluzione, approvata il 15 marzo ha mancato di avviare il processo per la definizione di un trattato globale legalmente vincolante per combattere l’inquinamento marino da plastica, come richiesto dal WWF. Un risultato negativo questo che si è avuto nonostante un grande numero di Paesi, tra cui l’Italia, abbia riconosciuto la necessità di un’azione decisa a favore dell’accordo.

Redazione Salernonews24

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