E’morto Niki Lauda, la leggenda della Formula 1
Il più grande pilota di Formula 1, Niki Lauda è deceduto stanotte in una clinica di Zurigo.-
“E chi sei Niki Lauda?”, frase pronunciata quando qualche amico mostrava la sua guida decisa, sicura, scattante, veloce, volendo fare un paragone con la leggenda della Formula 1, Andreas Nikolaus Lauda, per tutto il mondo Niki.
Pilota automobilistico, tre volte campione del mondo di Formula 1, nel 1975 e 1977 con la Ferrari, nel 1984 con laMcLaren, 171 Gran Premi disputati di cui 25 vinti, 24 pole position, soprannominato “Il computer” per la sua freddezza al volante, Niki Lauda è considerato uno dei migliori piloti della stria di tutti i tempi. Pilota ma non solo, anche imprenditore visto che ha fondato e diretto due compagnie aeree, la Lauda Air e la Niki; e dirigente sportivo, dopo avere diretto per due stagioni la Jaguar è stato presidente non esecutivo della scuderia Mercedes AMG F1.
Nato da una ricca famiglia di banchieri viennesi, si interessò prestissimo all’automobilismo, contro il volere dei suoi genitori che ritenevano che questa scelta li avrebbe screditati agli occhi dell’alta società. Abbandonati gli studi universitari, Niki, preso in prestito il denaro, comprò la sua prima vettura per prendere parte a competizioni automobilistiche. Fu l’inizio della più grande avventura ella sua vita, costellata da successi narrati dalla cronaca sportiva.
Lo stesso Enzo Ferrari ebbe a dire che Lauda aveva una conoscenza tecnica sorprendente per un uomo di soli 24 anni.Gran premio di Spagna, del Belgio, dell’Olanda, l’Austriaco ha raggiunto sempre grandi successi. Il 1 Agosto del 1976 sul sul pericoloso circuito del Nurburgring Lauda ebbe il più grave incidente della sua carriera . In una curva, infatti, a causa della pioggia e della poca aderenza delle gomme fredde all’asfalto bagnato, il pilota perso il controllo della propria vettura, colpì una roccia per poi terminare la sua corsa, privo del casco balzato via per l’urto,. Si ritrovò in mezzo alla pista dove la monoposto prese fuoco per la fuoriuscita di benzina. Estratto dall’abitacolo in fiamme, le sue condizioni rimasero critiche per le ustioni subìte e ancor di più per i velenosi fumi della benzina inalati che potevano danneggiare i polmoni.
Ma il campione non si diede per vinto continuando a salire sul podio di turno, dimostrando coraggio e grinta. Una vinta intensa costellata di vittorie e periodi bui: due matrimoni, 4 figli ed uno avuto da una relazione extraconiugale, un rene donato dal fratello nel 1997, uno dalla sua seconda moglie nel 2005, un trapianto di polmone nel 2018 e,dopo quasi una anno di degenza dal difficile intervento e la dialisi, si è spento a Zurigo tra l’affetto dei suoi cari. Addio campione, che la terra ti sia lieve!
