25 aprile e la memoria di Mauthausen
Per uno strano gioco delle coincidenze mi vedo “piacevolmente” costretto a parlare di nuovo del valore della memoria fotografica, proprio oggi, 25 aprile, in un momento in cui, da quello che leggo in giro, sembra che sia difficile ricordare il passato.
Queste recenti riflessioni partono dalla visione di un film che è sulla piattaforma Netflix “IL FOTOGRAFO DI MAUTHAUSEN”.
Il film racconta la vera storia di Francisco Boix i Campo, fotoreporter spagnolo deceduto nel 1951.
Partigiano comunista, fu attivo combattente nella guerra civile spagnola contro Francisco Franco. Fu imprigionato nel campo di concentramento di Mauthausen dove per conto delle SS documentò con migliaia di foto diversi crimini nazisti compiuti sui prigionieri, e le visite al campo di importanti burocrati.
Fu testimone chiave al Processo di Norimberga e al Processo di Dachau testimoniando sui crimini del campo che aveva documentato. Nel film, che racconta le atrocità dei campi di concentramento, si evidenzia come i nazisti volevano rafforzare le cose che facevano, affidando alla fotografia la testimonianza del loro operato. Francisco diventa il fotografo ufficiale del campo di concentramento e viene costretto a documentare su pellicola quello che succede intorno a lui. Non esprimo giudizi sulla qualità della pellicola perché non è il mio compito ma, quello che ho trovato molto interessante, è come già in tempi bui come quelli del secondo conflitto mondiale, era chiaro il valore della memoria. Di quale fosse il valore della testimonianza fotografica e quanta importanza potesse avere per propagandare il “verbo” del nazismo. Indipendentemente da come la si pensi, la fotografia è e resta il modo migliore per raccontare la storia. In quel campo di concentramento tutti capiscono subito che la pellicola, i negativi scattati dal fotoreporter hanno un valore immenso e spesso, purtroppo, si vedono costretti a sacrificare la loro vita pur di riuscire a tramandare gli scatti fatti in quel campo di concentramento.
Queste riflessioni oggi, 25 aprile, giorno della liberazione, sono quanto mai attuali.
In giro impera l’intolleranza, l’arroganza ed un forte atteggiamento anti liberista. Ciò che si legge sui quotidiani e sui siti di informazione testimonia un preoccupante rigurgito del fascismo, con manifestazioni di odio e mancanza di rispetto verso i più deboli.
Forse, abbiamo dimenticato. Forse la memoria digitale su cui stiamo basando le nostre vite non ci permette di andare molto indietro e ci ricorda solo quello che è successo ieri perché noi viviamo in un sistema che si preoccupa molto dell’immediato ma poco ricorda del passato.
In rete si trova di tutto, ma molte cose del passato non sono ancora state digitalizzate. È forse questo il problema? Non so dare una risposta, è un problema troppo grande e complesso. Ma da fotografo vi invito a dare nuova linfa alla memoria sopita leggendo i volumi di Robert Capa, il più importante fotoreporter di guerra. Ripercorrete con curiosità l’esaltazione del regime nazista attraverso gli scatti di Leni Riefensthal.
La memoria va alimentata non solo attraverso il contenuto di un hard disk. Se potete scavare tra le foto di carta, sarete costretti a rallentare, a riflettere, a guardare con attenzione, ad osservare meglio quello che è stato e che ci auguriamo non accada mai più.
Umberto Mancini