EXTASES di Ernest Pigneon Ernest a Napoli fino al 28 aprile 2019

Torniamo a parlare di Ernest Pigneon Ernest. Dopo la mostra di Brussel già recensita sulle pagine del nostro giornale, lo street artist francese espone un suo progetto nel nel Complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco in zona Tribunali a Napoli fino al 28 aprile 2019.

EXTASES, questo il titolo della mostra, è la celebrazione e la consacrazione del rapporto decennale che lega questo artista col capoluogo campano. Negli spazi della chiesa sono esposti sei disegni a grandezza naturale che si ispirano agli scritti di Santa Teresa d’Avila ed altre figure mistiche che Pigneon ha imparato a conoscere frequentando i nostri territori.

Le opere sono poste su una superficie d’acqua che riflette i disegni e lo spazio circostante. Otto figure di donne tra le più grandi mistiche del cristianesimo sono ritratte nel momento intimo dell’estasi.

Il tempo trascorso a Napoli mi ha avvicinato agli scritti dapprima di Santa Teresa d’Avila e poi di altri grandi mistici spiega l’artista Ernest Pignon-Ernest – e, affascinato dalla doppia natura delle sante, terrena e spirituale, ho immaginato il loro ritratto cercando di rappresentare l’irrappresentabile, la carne che aspira a disincarnarsi. Come esprimere queste intense contraddizioni, questi paradossi spirituali e carnali, questi corpi mascherati e svelati, attraversati dal piacere e dall’ansia, dal desiderio e dal rifiuto?”. 

Questi disegni raccontano l’abbandono dei corpi di queste figure mistiche e tutto il progetto ben rappresenta le contraddizioni non solo dell’uomo ma anche dei tempi che viviamo.

Le mistiche rappresentate dall’artista francese, colpite dalla luce divina, sono scosse nei loro sensi, e si lasciano andare ad un abbandono tale che, in linea con la grande tradizione barocca, diventa eros.  Le vesti si aprono mostrando la grazia dei loro corpi, le mani si contraggono, gli occhi sono chiusi e la bocca dischiusa che lascia immaginare i sospiri. Aprendosi volontariamente a Dio le donne superano i propri limiti umani giungendo nella profondità della propria coscienza.

“II visitatore – spiega la curatrice della mostra Carla Travierso – si trova così ad essere nella posizione e nel ruolo privilegiato di uno spettatore in platea: l’evento privatissimo dell’estasi della santa diviene in questo modo evento pubblico. La comunicazione profonda avviene attraverso la messa in tensione dei sensi: i corpi delle religiose sono percorsi dall’emozione dell’estasi, sono esibiti nella loro nudità sofferente, nel momento in cui si compie l’esperienza dell’ascesa mistica.

E, come in un teatro le protagoniste non guardano allo spettatore, ma è quest’ultimo a poter assistere, non visto da loro, a ciò che avviene al momento del trapasso: il momento dell’estasi, della morte per amore delle sante, si sublima nella gloria celeste, in quella visione verso la quale tendono anche le figure riflesse nell’acqua e che appaiono risorgenti. Nell’acqua scura si immischiano i segni che sono i disegni ed i segni che formano i riflessi delle architetture del luogo fino ad un’osmosi spaziale e spirituale”.

Se non conoscete il lavoro di questo artista e se volete immergervi nelle atmosfere oniriche della chiesa del Purgatorio ad Arco, questa è un’occasione davvero imperdibile.

Umberto Mancini

Umberto Mancini

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