Con Alberto Angela il Bel Paese risplende su RAI1
Alla scoperta dei tesori italiani- di Claudia Izzo-
E’ tornato in onda su RAI 1 uno dei programmi più amati della scorsa stagione: “Meraviglie- la penisola dei tesori”, questo per ricordare di quanti e quali tesori inestimabili è disseminato il nostro Bel Paese.
4 puntate, 12 tappe tra arte e bellezze per descrivere i siti italiani riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. A condurci, il paleontologo, divulgatore e conduttore TV più amato per grazia e stile : Alberto Angela, il professionista a cui è stato dedicato un asteroide, 80652 AlbertoAngela ed una rara specie marina dei mari della Colombia, Prunum AlbertoAngela.
La puntata si apre con l’architettura rinascimentale degli edifici eretti dai Gonzaga come il Palazzo Ducale, con la sua splendida Camera degli Sposi finemente decorata dal Mantegna, mentre Palazzo Te si impone allo sguardo con la Sala dei Giganti, ricoperta da scene mitologiche.
Angela ci conduce per mano all’Isola di San Giulio, l’unica isola del Lago d’Orta, in provincia di Novara, che durante l’antichità ha attirato l’attenzione di imperatori e guerrieri e “sfolgorerà di nuovo nel sole”, come scrive Umberto Eco.
La città di Segesta nella, parte nord occidentale della Sicilia affascina con il suo teatro scavato nella roccia, con i suoi spalti che ancora oggi sono in grado di ospitare 4000 spettatori. Il luogo narra una civiltà lontana nel tempo ma ancora presente.
Dalla Sicilia a Roma, nella maestosa Piazza Navona , Angela vi arriva di notte per mostrarcela in tutto il suo solitario splendore, nella sua solennità, avvolta nel silenzio, con la sola musica dell’ acqua. Fu fatta costruire dalla famiglia Pamphili, dove un tempo Domiziano aveva fatto costruire un luogo dove si potesse gareggiare, uno stadio nel Campo Marzio. Dopo Palazzo Pamphili, oggi sede dell’Ambasciata del Brasile, giungiamo ad ammirare la Cattolica di Stilo, piccola chiesa bizantina a pianta centrale di forma quadrata, in provincia di Reggio Calabri, per poi arrivare a Monteriggioni, comune della provincia di Siena , citata da Dante nel XXXI Canto nell’Inferno ” “Monteriggion di torri si corona…” con le sue mute sentinelle di pietra.
Arriviamo infine in Costiera Amalfitana , dove nasce il Mito più famoso di tutti i tempi, il Mito delle Sirene, Nigea, Leucosia e Partenope, splendide creature, figlie della musa Calliope, per metà umane e per metà pesci, capaci di ammaliare con il loro fascino. Agli uomini di mare veniva promessa l’eterna conoscenza ma in poco tempo si ritrovavano risucchiati con le loro imbarcazioni in vortici marini. La leggenda narra che le tre sorelle tentarono di sedurre Ulisse, ma non vi riuscirono. La città di Paestum ospitò il corpo di Leucosia, e diede origine a Licosa, La sirena Partenope fu spinta nel golfo di Napoli dove con il suo corpo creò la conformazione della città. Ligea fu trascinata sulle rive dell’Okinaros, attuale fiume Bagni, nella piana calabrese di Sant’Eufemia.
E’ il mare della Costiera Amalfitana uno dei protagonisti della puntata di Angela, un tempo solcato dalle navi fenicie, lì dove passarono i greci, dove giunsero i saraceni con le loro incursioni devastanti, motivo per cui furono costruite le torri di avvistamento che caratterizzano tutta la costa. Ad Amalfi, antica Repubblica Marinara giungevano imbarcazioni di mercanti di ritorno da Costantinopoli, ricche di tessuti, spezie, pietre preziose. Qui, secondo la leggenda, nacque Flavio Gioia, l’inventore della bussola, strumento indispensabile per solcare i mari; qui nacquero le Tavole Amalfitane, il primo vero statuto marittimo. Qui si erge il duomo dedicato a Sant’Andrea, il cui portale di bronzo recante formelle, fuso a Costantinopoli, sta a ricordare i felici traffici commerciali di allora.
Alberto Angela si immerge poi nelle acque di Baia, nel parco sommerso, l’area marina protetta localizzata sulle coste della città di Napoli, portandoci alla scoperta della Pompei sottomarina, l’antica città romana, la nostra Atlantide, scelta da molti imperatori come luogo di villeggiatura.
E’ come assistere all’apertura di uno scrigno.
La zona è legata al fenomeno vulcanico del bradisismo che ha causato movimenti verticali dell’area, provocando negli ultimi 2000 anni l’inabissamento della costa. Non ci sono più gli antichi edifici ma i resti delle loro mura. “Volare nella storia pinneggiando” dice Angela, mentre invita il suo pubblico da casa ad immaginare , nel silenzio del mare , la vita che un tempo doveva esserci tra quelle strade, botteghe, terme, portandoci anche nei resti del Ninfeo di Punta Epitaffio, triclinium con funzione di sala per banchetti, risalente all’epoca dell’imperatore Claudio. Qui si ritrovano statue, copie, i cui originali sono stati tratti in salvo e portati al Museo Archeologico dei Campi Flegrei dove è stato ricostruito l’ambiente. Tra le acque rivivono i loro antichi fasti.
E poi, prepotenti, si impongono all’ammirazione splendidi mosaici, perfette tessere di pietra che ci ripropongono antichissimi disegni nella loro completezza e splendore, accarezzati dalle acque e dalle alghe, salvati dalla sabbia che li ricopriva mentre il mondo marino vive la sua vita di oggi. Mosaici, tracce di affreschi, sculture, colonne, un mondo sommerso a cinque metri sotto il livello del mare, tra stelle di mare, branchi di castagnole e anemoni. Un sito unico al mondo.