La rivoluzione che cambiò tutto. Musica e ribelli tra il 1966 e il 1970, dai Beatles a Woodstock
Oggi voglio parlarvi di un libro, bello, prezioso e illuminante, di una mostra intitolata Revolution – Musica e ribelli 1966-1970, dai Beatles a Woodstock e di una playlist.
In realtà il libro è il catalogo (ma definirlo tale è fortemente riduttivo) che accompagna una meravigliosa mostra, curata da Victoria Broackes e Geoffrey Marsh del Victoria and Albert Museum di Londra, su un triennio giustamente considerato seminale, durante il quale sono accadute molte cose inedite fino a quel momento. Un triennio durante il quale la musica si trasforma nello strumento più efficace per veicolare proteste e ribellioni e si intreccia con temi sociali forti e scottanti, alcuni dei quali fino a quel momento autentici tabù come l’orgoglio dei neri, la rivoluzione sessuale e la guerra e poi il design, la moda che per la prima volta scopre le gambe delle donne, i primi segnali di interesse per il clima e i primi passi della tecnologia che partorirà gli antenati dei nostri PC.
Chi ha avuto modo di vistare Revolution (nel nostro paese, fino ad aprile 2018 la mostra è stata a Milano, presso la Fabbrica del Vapore, attualmente sta facendo tappa nel nord europa), avrà visto oltre 500 oggetti-testimonianze di momenti, vite eccezionali, canzoni che hanno segnato la storia, abiti che hanno fatto tendenza (e scandalo), film indimenticabili attraverso un viaggio che ripercorre gli ambiti in cui le rivoluzioni di quegli anni ebbero luogo: la moda, la musica, le droghe, i locali e la controcultura e poi i diritti umani e le proteste di strada, il consumismo, i festival e le comunità alternative. Da Carnaby Street a Londra agli hippy di Haight-Ashbury, dall’innovazione tecnologica della Bay Area alle proteste del maggio francese ai festival di Woodstock e dell’Isola di Wight. Insomma quegli anni furono anni ricchi di fermenti culturali, politici e sociali, di una tale forza e portata, che dopo nulla sarà più uguale a prima. La nostra società, le persone, lo stile di vita che ancora oggi conducono gli abitanti di gran parte del pianeta, compresa l’Italia (dove il 24 gennaio del 1966 venne occupata la prima università italiana a Trento tanto per dire che anche da noi ci furono fermenti importanti) sono diretta conseguenza di quelle rivoluzioni.
Sudigiri è una rubrica dove si parla di musica quindi, va da se, che l’invito è quello di prestare particolare attenzione alla colonna sonora di Revolution e di quegli anni. E per questo mi sembra molto utile proporre al lettore la playlist ufficiale (autore – brano – album ) che rappresenta un eccellente punto di partenza per chi vuole conoscere e approfondire il fenomeno sociale ed artistico ascoltando la musica che ha dato origine a tutto il rock e il pop che è venuto dopo quegli anni fantastici.
Naturalmente la lista non è esaustiva, e non è nemmeno una sintesi della storia del rock di quel periodo, ma è fondamentalmente un punto di partenza in quanto è un elenco ragionato di canzoni associate alle tematiche sociali e ai momenti storici che hanno caratterizzato il triennio 1966-1970.
Iniziate ad ascoltare questi brani e se vi vien voglia di proseguire, approfondire ed allargare le vostre conoscenze utilizzate come guida uno dei libri sulla storia del rock che ho segnalato in un precedente articolo.
- The Who – Magic Bus – Live At Leed (1970)
- Simone & Garfunkel – The Sound Of Silence – the graduete (1968)
- Sam Cooke – A Change Is Gonna Come – Ain’t That Good News (1964)
- The Rolling Stones – (Ican’i Get No) Satisfaction – Out Of Our Heads (1965)
- Buffalo Springfield – For What It’s Worth – Buffalo Springfield (1967)
- Bob Dylan – The Times They Are A-Changin’ – The Times They Are a-Changin’ (1964)
- Barry Mc Guire – Eve Of Destruction – Eve Of Destruction (1965)
- The Animals – We’ve Gotta Get Out Of This Place – Animal Tracks (1966)
- The Kinks – Dedicated Follower Of Fashion – Singolo (1966)
- The Loving Spoonful – Daydream – Daydream (1966)
- The Who – My Generation – My Generation (1965)
- The Beach Boys – God Only Knows – Pet Sounds (1966)
- Martha Reeves & The Vandellas – Nowhere To Run – Dance Party (1965)
- Small Faces – Itchycoo Park – singolo (1967)
- Jafferson Airplane – White Rabbit – Surrealistic Pillow (1967)
- The Byrds – Eight Miles High – Fifth Dimension (1966)
- Otis Redding – Try A Little Tenderness – Complete & Unbelievable: The Otis Redding Dictionary of Soul (1966)
- Cream – Strange Brew – Disraeli Gears (1967)
- Jimi Hendrix – Purple Haze – Are You Experienced (versione USA) (1967)
- Pink Floyd – See Emily Play – The Piper at the Gates of Dawn (1967)
- The Beatles – Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band – Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band (1967)
- Claude Nougaro – Paris Mai – singolo (1968)
- Sgt. Barry Sadler – The Ballad Of The Green Berets – singolo (1966)
- The Rolling Stones – Street Fighting Man – Beggars Banquet (1968)
- Leo Ferré – Paris je ne t’aime plus – Amour Anarchie – Ferré 70 (1970)
- Creedence Clearwater Revival – Fortunate Son – Willy and the Poor Boys (1969)
- The Beatles – Revolution – The Beatles (White album) (1968)
- Ton Steine Scherben – Macht kaputt was euch kaputt macht – Warum geht es mir so dreckig? (1971)
- Nancy Sinatra – You Only Live Twice (Main Title) – singolo (1967)
- Procol Harum – A Whiter shade of pale – Procol Harum (1967)
- Terry Riley – A raimbow in the Curved Air – A raimbow in the Curved Air (1969)
- Nina Simone – I Wish i knew how it would feel to be Feel to be free – Silk & Soul (1967)
- The MAmas & Papas – California Dreamin’
- The Doors – The End – The Doors (1967)
- Grateful Dead – Friend of the devil – American Beauty (1970)
- Cosby, Stills, Nash & Young – Ohio – 4 Way Street (1971)
- Marvin Gaye – What’s Going On – What’s Going On (1971)
- The 5th Dimension – Aquarius/Let the Sunshine in – The Age of Aquarius (1969)
- Joni Mitchell – Woodstock – Ladies of the Canyon (1970)
- John Lennon – Imagine – Imagine (1971)
Tutti questi brani li potete ascoltare in streaming su Spotify selezionando la playlist “Revolution: musica e ribelli 1966-197 – Playlist ufficiale”. Forse buona parte di essi sono anche ritracciabili in rete ma la cosa migliore che potrete fare è comprare i dischi, un po’ alla volta, fino a mettere insieme una bellissima quanto preziosa collezione di musica.
Nicola Olivieri
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