THE AMERICANS di Robert Frank
Il Museo della Fotografia di Charleroi ospita fino al 20 gennaio 2019 questa mostra che è universalmente considerata una delle più importanti opere fotografiche mai realizzate.
Prima di addentrarmi nel racconto di questa bellissima mostra, devo fare una considerazione un po’ polemica.
Charleroi è una piccola cittadina del Belgio, nota soprattutto e purtroppo per un suo sobborgo, Marcinelle, nel quale si consumò la grande tragedia mineraria del 1956 nella quale morirono 262 minatori (su un totale di 275) di cui 136 erano immigrati italiani. Charleroi non potrà mai cancellare dalla sua storia quel tragico evento, ma potrà essere ricordata anche per altre belle cose come ad esempio il suo museo della fotografia, probabilmente il migliore che io abbia mai visitato. E ne ho visti diversi, sia per piacere che per lavoro. Colpisce sempre, ma ormai non stupisce più, diciamo la verità, come l’Italia, ed è questa la mia polemica, continui ad ignorare l’importanza della fotografia come forma artistica negandole gli spazi museali che meriterebbe, e che potrebbero trasformarsi in poli attrattivi non solo per i turisti stranieri ma per gli stessi italiani. Posso affermare di non aver ancora visto nel nostro paese uno spazio espositivo dedicato alla fotografia così ben realizzato come quello di Charleroi. Invece esiste in una piccola cittadina nel cuore della Vallonia. Ed ora parliamo della mostra.
Robert Frank, è una figura essenziale nella street photography, è uno dei più influenti artisti del ventesimo secolo a partire dalla pubblicazione di THE AMERICANS nel 1958 le cui immagini da 60 anni, influenzano profondamente, e continueranno a farlo, generazioni di fotografi.
“Voglio fare un autentico documento contemporaneo, il cui impatto visivo è tale che non ci sono commenti”, scrisse Robert Frank, nella sua lettera di richiesta per una borsa di studio indirizzata alla Fondazione Guggenheim, quando pensò di realizzare il suo progetto.
Per questo lavoro, nell’aprile del 1955, accompagnato da moglie e figli, Robert Frank inizia un viaggio attraverso l’America che durerà poco più di un anno e si concluderà nel giugno del 1956. Senza un programma prestabilito, Frank percorre trenta stati, realizza 27.000 scatti di cui solo 83 verranno pubblicati. Gli stessi che possono essere ammirati in questa magnifica mostra.
Jack Kerouac scrisse a proposito di Americans “Chi non ama queste immagini, non ama la poesia, capito? Se non ami la poesia va’ a casa e guarda la tv con i cowboy col cappello da cowboy e i poveri cavalli gentili che li sopportano”.
È il primo lavoro fotografico che mostra gli Stati Uniti illuminati da una luce diversa e per questo inizialmente il fotografo incontra grosse difficoltà per pubblicare le sue foto. La stessa America è ostile a farsi vedere ripresa in quelle immagini che mostrano per la prima volta un paese nel suo quotidiano, nella sua spontaneità, nella propria naturalezza, in un bianco e nero crudo e drammatico. Queste foto sono il riflesso di una società così come i suoi occhi la percepirono. Frammenti di vita, tensioni sociali, vuoto esistenziale, disordini quotidiani, momenti di leggerezza sono tutti attimi catturati dall’obiettivo di Robert Frank che a causa di questo importante lavoro viene accusato da molti intellettuali dell’epoca di essere addirittura antiamericano. Solo dopo molti anni questo lavoro riceve il giusto riconoscimento per il proprio innegabile e assoluto valore sociale ed artistico.
Gli 83 scatti restano un’opera di culto nella storia della fotografia al punto che in molti affermano, probabilmente con giusta ragione, che c’è una fotografia prima e una fotografia dopo la pubblicazione di THE AMERICANS. Come potete intuire, questa è una mostra da non perdere ma se non potete recarvi là dove viene esposta consiglio caldamente l’acquisto del libro.
Umberto Mancini
