Il Palazzo delle Poste e Telegrafi: la magnificenza dell’ Architettura Fascista

Cuturaurbana – di Daniele Magliano-

Con l’approvazione del Piano Regolatore Donzelli Cavaccini, negli anni ’20 dello scorso secolo, anche a Salerno si affronta un florido dibattito sull’urbanistica presente e futura della città. In conformità coi principi urbanistici di stampo fascista, la discussione, da un lato, affrontava la questione del risanamento del centro antico, quello più compatto, con una serie di sventramenti e demolizioni (non del tutto attuate), dall’altro, metteva in luce le prime concrete mire espansionistiche della città con uno sguardo verso oriente e la realizzazione di nuovi e grandi edifici da realizzarsi sul riempimento lato mare. Per meglio comprendere la conformazione urbanistica della città nei primi anni del XX secolo, basta visualizzare una Pianta del Capoluogo risalente al 1912, evidenzia una linea di costa ancora molto arretrata, e un Corso Garibaldi che fiancheggia il mare, esponendo i palazzi posti su Via Roma alle intemperie delle mareggiate invernali (la planimetria è custodita nell’Archivio Storico del Comune di Salerno). Non passano troppi anni che con l’avanzamento della linea di costa , assistiamo a una forte attività edilizia di stampo privato fiancheggiata, nel contempo, da numerose progettazioni di natura pubblica! Nell’ambito delle realizzazioni pubbliche non si può non parlare di uno degli edifici più imponenti , per l’epoca, ubicato proprio su Corso Garibaldi : il Palazzo delle Poste e Telegrafi.Già nel 1919 l’allora Assessore comunale Giovanni Cuomo denuncia l’esigenza di edificazione di un volume destinato all’attività postale. Nel 1928 viene presentato il progetto firmato dall’Ing. Roberto Narducci, dell’Ufficio Tecnico del Ministero, con la Direzione dei Lavori affidata all’Ing. Francesco Canistracci e la realizzazione fu data all’impresa edile dell’ing. Cesare Giovagnoni. Nel 1931, poi, il progetto subisce una parziale modifica con una sopraelevazione in corrispondenza del piano attico. Interessante risulta l’articolo pubblicato sul settimanale “ Idea Fascista ” in cui, il 4 Giugno 1932 , si proclama , tra le opere del regime fascista da inaugurare qualche mese dopo, il 28 Ottobre ( giorno che ricordava la Marcia su Roma organizzata dal Partiro Nazionale Fascista ), l’inaugurazione appunto del nuovo edificio delle Poste. L’articolo accompaganato dalla foto del prospetto progettuale lato nord, scritto con una tipica forma aulica e solenne del Regime Fascista, descrive minuziosamente tutto l’iter progettuale del volume e la sua architettura.

Il palazzo lungo quasi 74 metri ed alto 27 con una cubatura di quarantamila metri, è un perfetto esempio di architettura di stampo classicistico in parte epurato di molti elementi che lo caratterizzano. Articolato su quattro piani più un attico e un piano seminterrato, presenta una zoccolatura, alla base, in pietra bianca, con intonaco a bugnato fino al piano ammezzato, al terzo livello si presentano grossi finestroni, e al centro del prospetto principale ritroviamo un balcone che poggia su due colonne che costeggiano l’ingresso centrale ad arco.

Il penultimo livello è caratterizzato da ulteriori finestre sopra le quali di nota un grosso cornicione di coronamento sul quale poggia il piano attico che inizialmente era limitato , come superficie, solo nella parte centrale dell’edificio ( allo stato attuale invece il piano è totalmente occupato ).

Come poi si descrive dell’articolo dell’epoca : “Verso la Lungomare Trieste il prospetto, pur conservando la stessa linea architettonica, presenta un movimento più vivace per effetto dei due corpi avanzati ai lati e del rientrante al centro”. Interessante anche la descrizione dei simboli fascisti presenti sul prospetto principale dell’edificio : “ Ai due lati della prospettiva quattro gruppi scultorei due ai lati del primo piano e due ai lati del piano attico dovuti al noto scultore Conti di Roma. Queste sculture completano la decorazione semplice esterna: e il tutto conferisce un carattere di signorile e sobria eleganza all’Edifizio sul prospetto del Corso Garibaldi ”. Bellissima la foto ( lato Lungomare ) che rappresenta l’involucro, ancora cantiere, in via di completamento. Essa è stata esposta in occasione di una mostra fotografica organizzata l’anno scorso dal titolo “Paesaggi di Carta” voluta dall’Archivio di Stato di Salerno. Nel 2012 il palazzo fu acquistato da un’impresa edile con il fine ultimo di recuperarlo, trasformandolo in edificio per civili abitazione, pur mantenendo, al piano terra l’ufficio postale! Al di là delle polemiche nate a seguito del cambiamento della destinazione d’uso dell’immobile, ritengo che l’intervento di recupero effettuato abbia restituito alla cittadinanza l’immagine del suo antico splendore, così come doveva apparire all’indomani della sua inaugurazione nel 1932.

Foto di Daniele Magliano

Daniele Magliano

Architetto- giornalista che ama approfondire tematiche di architettura, urbanistica, design, ma anche di storia, evoluzione e curiosità riguardanti oggetti di uso quotidiano. Mi piace, in generale, l'arte della costruzione: riflesso del nostro vivere in quanto unisce passato, presente e futuro prossimo di una comunità.

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