Robert Mapplethorpe e “The Black Book”
Fotografo americano scomparso alla fine degli anni 80, divenuto famoso per la maggior parte delle sue foto realizzate in studio. I suoi temi più comuni furono ritratti di celebrità (tra cui Andy Warhol, Deborah Harry, Patti Smith e Amanda Lear), soggetti sadomaso (che ritraevano da vicino e senza filtri la sottocultura omosessuale di New York di cui Mapplethorpe stesso faceva parte), e studi di nudo spesso maschili e omoerotici, con le notevoli eccezioni della serie di nudo femminile della culturista Lisa Lyon.
Il nudo maschile è il motivo per cui Mapplethorpe è diventato famoso: è il più celebrato ritrattista di corpi maschili spesso accostati alla cultura classica.
Infatti moltissimi saggi critici accostano l’opera di questo fotografo a quella dei più noti scultori della scuola ellenica, cui lo stesso Mapplethorpe ha più volte dichiarato di aver tratto ispirazione.
Altro merito è quello di aver sdoganato il nudo maschile, la qual cosa gli ha permesso di essere molto celebrato dai movimenti femministi che per la prima volta, attraverso l’esibizione del corpo maschile, vedevano, di riflesso, dare dignità anche al nudo femminile, più volte vilipeso ed offeso.
Questa ossessione verso la bellezza maschile lo ha portato ad essere protagonista di molti scandali nell’ambito artistico che seppe abilmente sfruttare a fini commerciali. Chi lo ha conosciuto gli riconosce grandi capacità commerciali, cosa non facile per la fotografia che solo in anni recenti ha visto gallerie d’arte interessarsi a questo supporto.
THE BLACK BOOK è la summa della sua estetica dove il corpo è l’assoluto protagonista esaltando l’uomo di colore, non visto solo come oggetto del desiderio, ma dandogli dignità in una società poco tollerante verso “gli altri”
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