Quarta giornata a Sanremo: l’atmosfera si scalda

Sanremo. Quarta giornata.- di Valeria Saggese-

Il clima si fa sempre più caldo e per le strade  la gente aumenta a dismisura. Le misure di sicurezza sono rigorose e più rigide di quelle di un aeroporto. Per accede alla “zona rossa”, le strade adiacenti al Teatro Ariston, bisogna passare sotto i metal detector e superare i controlli della polizia che perquisiscono e aprono regolarmente le borse.

Intanto sul red carpet si alternano i cantanti che da questa mattina stanno provando con gli artisti ospiti che questa sera duetteranno con loro. Sul palco anche diversi artisti campani, i salernitani Neri Per Caso, che accompagnano Elio e le Storie Tese, Tullio De Piscopo  che affiancherà i Kolors e gli Avion Travel accanto alla coppia Avitabile-Servillo.

L’aria che si respira è molto particolare e lascia attoniti perché le persone che si riversano intorno all’Ariston, continuano a urlare nello stesso modo ogni volta che esce un artista dal teatro. Non importa chi sia, non importa se la canzone sia piaciuta o meno, l’importante è che sia stato su quel palco. Non ci sono i fan dei Beatles a tirarsi i capelli perché i Baronetti di Liverpool hanno trasformato per sempre la storia della musica e perché hanno tracciato un cammino nuovo cambiando le tendenze e la società dagli anni sessanta in poi. Qui, passa in secondo piano la musica e sa tutto di “mitomania”. Ognuno farebbe di tutto pur di apparire sui social con qualche “vip”, chiunque sia.

L’attenzione più che sugli altri è puntata su di sé e sul proprio momento di gloria. Eppure, lo scopo del direttore artistico Baglioni è di mettere la musica al centro, com’è giusto che sia, in particolare modo la musica italiana, eccedendo, però, quando pretende dagli ospiti internazionali che cantino in italiano. Ieri sera è stata la volta di James Taylor, il grande poeta americano che ha esordito con il Rigoletto di Giuseppe Verdi “La donna è mobile”. Discutibile, direi. Chitarra e voce a cantare parole che non ricordava a memoria in una pronuncia difficile per lui. Nella musica non andrebbe mai imposto nulla, gli obblighi sono la sua antitesi. Eppure, il bluesman americano, troppo grand per questa vetrina piccola, è riuscito ad incantare tutti con il suo brano “You’ve got a friend”, accompagnato da una brillante Giorgia. E’ stato di certo il momento più alto e raffinato di tutto il festival.

La domanda è quante di quelle persone che trascorrono ore e ore fuori all’Ariston in cerca di notorietà abbiano ascoltato e goduto delle note di James Taylor o di quelle quelle de “Il nostro concerto” che Claudio Baglioni insieme a Gino Paoli hanno dedicato all’indimenticabile Umberto Bindi.

Fotografie a cura di Valeria Saggese

 

Valeria Saggese

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