La bellezza salverà il mondo? Storia di Renata Fonte.
“Una donna contro tutti”-di Claudia Izzo-
Cominciamo dalla fine, dall’ultima puntata. Ieri, su Canale 5 si è conclusa “Liberi sognatori”, una serie di fiction per non dimenticare chi ha combattuto la criminalità organizzata, pagando con la vita. Andiamo a fondo e rispolveriamo storie vere di uomini e donne coraggiose che non hanno taciuto, girando la testa dall’altra parte, ma hanno difeso la verità, la giustizia, il bene ed in questo caso, la bellezza.
La storia raccontata ieri “Renata Fonte. Una donna contro tutti” è quella di Renata Fonte e della sua lotta alla speculazione edilizia per salvare la bellezza del suo Salento, soprattutto nel territorio di Porto Selvaggio, credendo in un turismo legato alla natura incontaminata. Il film diretto da Fabio Mollo è stato girato proprio a Nardò, (Lecce), dove si svolgono i fatti.
E’ qui che Renata nasce nel 1951 e qui, giovanissima, entra in politica tra le fila del Partito Repubblicano. Viene eletta nel 1982 prima donna Assessore alla Cultura ed alla Pubblica Istruzione e viene assassinata il 31marzo 1984,sempre a Nardò, a soli 33 anni, per mano di due sicari. Lei stava tornando a casa, dopo un’altra giornata trascorsa a lavorare intensamente per quel territorio così conteso, proteggendone la struggente bellezza paesaggistica, evitando abusi edilizi.
Lotta alla criminalità e tempo sottratto alla famiglia che tanto amava, mentre il marito si era trasferito in Belgio, stanco di una moglie assorbita così tanto dal lavoro; attriti con il partito e sete di giustizia: questa la vita di Renata, tratteggiata nel film in cui è interpretata da una coerente Cristiana Capotondi.
Per quanto riguarda l’assassinio, ne sono stati individuati e condannati gli esecutori materiali: Giuseppe Durante e Marcello My; gli intermediari, Mario Cesari e Pantaleo Sequestro insieme al mandante di primo livello, Antonio Spagnolo, collega di partito di Renata e primo dei non eletti alle elezioni amministrative. La sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Lecce ha dichiarato però la presenza di altri personaggi, non identificati, che con l’elezione di Renata Fonte avrebbero visto la fine dei propri interessi personali. Eppure, ancora oggi, risulta non del tutto chiaro il movente dell’assassinio.
Oggi, la zona di Porto Selvaggio è stato dichiarato Parco Naturale Regionale. La lotta di Renata non è stata vana.
Luoghi, associazioni, persone portano avanti la sua battaglia; le sue idee camminano su altre gambe. Nel 1998 è nata la “Rete Antiviolenza Renata Fonte”, primo centro antiviolenza riconosciuto dal Ministero delle Pari Opportunità. A Nardò le è stata dedicata una piazza. In occasione del 25° anniversario della sua morte è stata inaugurata una stele, proprio nel suo amato Parco di Porto Selvaggio, in memoria del suo impegno civile e politico. Renata viene ricordata ogni anno nella giornata della Memoria e dell’impegno di Libera, rete di associazione contro le mafie. A lei è dedicata la scuola di politica della Fondazione Benvenuti in Italia che si riunisce a Torino, ogni lunedì. A lei è stata dedicata un’orchidea, la Ophrys sivana nothosubsp. parvimaculata. La Bellezza ha vinto. Renata Fonte ha vinto e, con lei, tutte le persone oneste.
