L’area dell’ex Sanatorio di Salerno: le fasi progettuali
Cuturaurbana- di Daniele Magliano-
L’argomento che sto per trattare ha una duplice rilevanza, sia storico-culturale che più semplicemente geografica e morfologica : la collina dell’ex Sanatorio di Salerno, un’area del Capoluogo che non tutti conoscono. Affascinato, fin da bambino, da quella zona alta della città su cui sorge la stuttura Ospedaliera “ Giovanni da Procida ”, ho gioito alla scoperta più recente di alcune foto che la ritraggono negli anni ’30- 40 e ’50 dello scorso secolo. In esse viene ritratta la collina del Carosello, così definita dallo storico Pasquale Natella perché tondeggiante come l’antica giostra per bambini e quella della Mennola completamente sgombre di palazzi e ricche di macchia mediterranea, viti e alberi (forse agrumi ).
Dunque un territorio favorevole sia dal punto di vista geo-morfologico, poiché tutto esposto a sud e sud-est, sia per il suo clima particolarmente ventilato in quanto post in prossimità della valle dell’Irno. Alla fine degli anni ’20, un programma Antitubercolare voluto dal Governo Fascista ( R.D.L. N° 2055 del 27 Ottobre 1927 ) , diede l’avvio alla realizzazione, per mano dell’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale, di un “ Ufficio Costruzioni Sanatoriali ” per combattere il flagello della tubercolosi molto diffusa a quei tempi. Furono realizzati sanatori antitubercolari in vari punti del territorio italiano, tra cui proprio la collina posta a nord di Salerno. Dalla Relazione Tecnica dell’I.N.F.P.S. ( incartamento presente nell’Archivio Storico del Comune di Salerno ) del 1935 in cui si descrive la scelta del territorio : “ Situata a 2 chilometri dalla città di Salerno, sulle colline a destra del Torrente Irno, con giacitura declinante da nord/ovest a sud/est in posizione particolarmente adatta e per esposizione, accesso, e vegetazione. Il territorio è attualmente coltivato in parte a seminativo e in parte ad uliveti ed agrumeto con numerose piante d’alto fusto.”
La prima rappresentazione del progetto ( una sorta di attuale rendering ) risale al 22 Aprile 1933, pubblicata su un giornale dell’epoca “ Idea Fascista”, preziosa documentazione ritrovata all’interno della Biblioteca Provinciale di Salerno, in cui si specifica il nome del progettista l’Ing. Silvio Guidi Direttore dell’Ufficio Tecnico dell’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale.
Sempre sul giornale si evidenzia il costo dell’opera che conterrà 260 infermi ( 6 milioni di lire ) per la quale il Comune di Salerno concorrerà con la costruzione di una strada di accesso. Con pianta a T rovesciata l’ex
Sanatorio è un puro esempio di architettura razionalista di stampo fascista e lo si nota non solo all’esterno con i suoi decori di facciata ma anche nella realizzazione degli spazi interni. L’approvazione della Commissione Edilizia risale al 14 Marzo 1935 ( anno XIII fascista ).
I lavori durarono tre anni. Un altro giornale “ Il Popolo Fascista ” del 22 Aprile 1939, ulteriore documento trovato sempre nella Biblioteca Provinciale di Salerno, parla poi dello sviluppo della Previdenza Sociale allegando a tale articolo la foto del Sanatorio con in primo piano il prospetto principale e i giardini antistanti. L’area destinata a verde posizionata in prossimità dell’edificio in questione era poi molto importante e lo si evince anche dalla Relazione Tecnica sopracitata dell’I.N.F.P.S. e si specifica : “ Il terreno lasciato libero dalla costruzione, con viali, aiuole e piantato con alberi di pronto accrescimento e con resinose. L’area destinata a passeggiata dei malati sarà divisa in due reparti per uomini e per donne, completamente separati da apposite recinzioni.”
Le fotografie sono a cura dell’Architetto Daniele Magliano, con autorizzazione da parte dell’Archivio di Stato del Comune di Salerno al loro utilizzo sulla testata salernonews24.it
