L’essenza di Manuel Tavoni al suo esordio discografico
Una bella sorpresa mette sempre di buon umore e il disco d’esordio di Manuel Tavoni è una gran bella sorpresa. Chitarrista e cantante emiliano, Manuel ha capito fin da piccolo che la musica era la sua dimensione grazie al papà (anche lui chitarrista) che lo ha avvicinato allo studio della chitarra. Tanto lavoro, tanto esercizio e tanti concerti lo hanno portato ad essere quello che è oggi, un chitarrista di prim’ordine e un cantante dotato di una voce magnifica. Ma Manuel non si accontenta e inizia anche scrivere brani tutti suoi, musica e testi. E di pezzi ne scrive molti, dodici dei quali entrano a far parte del suo disco di esordio, Back to the essence, per realizzare il quale assume anche il ruolo di produttore esecutivo e produttore artistico insieme ad Alberto Paderni.
Il blues è chiaramente l’essenza di Manuel Tavoni e lui in questo disco il blues lo suona e lo canta declinandolo attraverso il rock-blues dell’iniziale Fight for my freedom, che si apre con uno assolo di chitarra di grande impatto e bellezza, il blues più classico della title track, e le ballate, come la splendida When the world sleep, che mettono in luce i molteplici colori della sua voce. Non meno importante della musica sono i testi, che parlano di valori quali libertà, amore per la famiglia ma anche di luoghi e di vita quotidiana assumendo di tanto in tanto venature autobiografiche. Non passa inosservato neanche il suono d’insieme di questo disco, che risulta robusto, coerente ed equilibrato, privo di inutili artifici retorici, merito di una band affiatata e preparata, composta oltre che da Manuel Tavoni (voce e chitarra) da Alberto “Paddo” Paderni alla batteria, Andrea Moretti al basso, Stevie DeVille alla chitarra elettrica, Cristiano Gianfranceschi alle testiere e ai cori, Lorenz Zadro (che i nostri lettori già conoscono – qui la sua intervista) alla chitarra in Back to the essence e I’m talking about the blues, Marcus Tondo all’ armonica e infine Ylenia Renè, Ivelisse Franco e Francesca Artioli ai cori.
Back to the essence è un bellissimo disco di esordio, che non ha nulla da invidiare a produzioni più ricche e blasonate. È un prodotto di qualità tutta italiana, che dimostra la vitalità e la preparazione nonché la maturità dei nostri artisti, anche quando la loro arte affonda le radici nei lontani territori d’oltre oceano. Manuel Tavoni e la sua Band meritano un posto in prima fila e Back to the essence predispone l’ascoltatore nella migliore prospettiva in attesa dei futuri lavori del nostro bluesman.
Abbiamo parlato con Manuel perché potesse descriverci l’uomo e l’artista in prima persona, ed è stata una bella chiacchierata.
Raccontaci un po’ di Manuel Tavoni?
Manuel Tavoni è una persona semplice. Manuel Tavoni è un uomo con un sogno che ha sin da bambino,quello di raccontare le sue storie in musica, con una chitarra sulle spalle e la sua voce. Forse quel sogno è anche un’esigenza. Sono un papà, un compagno e un amico con chi lo è con me, non sono mai stato nemico di nessuno. Sono leale, reale, diretto e sensibile. A volte irascibile, testardo e introverso.
Come chitarrista, ma anche come cantante, come ti sei formato?
Mio padre, chitarrista rinomato in Emilia, insegnante, mi fece provare la chitarra per la prima volta a 8 anni. Ho studiato con lui per anni e poi tanto lavoro da autodidatta per divergenze musicali. Il canto l’ho studiato per anni in una piccola scuola di paese per poi proseguire tanti anni con un coro gospel Americano militante in Italia con con John Dubaku Powell, tra Milano, Firenze e Modena, con lui ho capito realmente la voce, non come strumento ma come messaggio di vita.
Se ti dico American Music, cosa rispondi?
Per me sicuramente il gospel ed il blues.
Dunque gospel e blues, ma anche altro, da quello che si sente nel disco?
Il mio percorso artistico parte dal blues. La mia vita da musicista mi ha sempre portato a suonare tanto dal vivo, sin da piccolissimo (il mio primo live a 13 anni) diventando per me priorità e grande scuola,vecchia scuola. ho suonato davvero tanto e tantissimi generi che credo oggi abbiano dato a me una formazione vasta non solo sui miei strumenti, ma anche sui miei pensieri. Diciamo che il mio essere autore e compositore per me e per altri, ha contribuito il militare da tanti generi, ed imparare ad ascoltare nel dettaglio gli arrangiamenti e le sfumature.
Quali artisti hai ascoltato che ti hanno influenzato e indirizzato verso il blues?
BB KING è stato per me sicuramente il più grande ad avermi dato le influenze, quel suo modo maggiore di suonare e quel suo canto unico è stato ed è tutt’ora un punto di riferimento. Insieme a lui anche Albert King e Freddie King (meno icona ma per me immenso). Tra i miei “coetanei ” sicuramente mi sento molto vicino a Jonny Lang, sia come contaminazione che come modo di suonare e cantare, mi piace molto.
In “Back to the essence” ci sono 12 brani firmati da te. Questo dice molto dell’artista che sei: coraggioso e maturo. È un punto di arrivo o di partenza?
La mia vita è una corsa, non mi sento mai arrivato perché appena mi fermo, mi sento perso. Dal punto di vista artistico per me questa è una grande ripartenza. Riparto da qui, come il signor nessuno, senza pretese, ma con la sensazione più incredibile del mondo, essere libero di volare.
I tuoi testi parlano di libertà, di amore per la famiglia. Parli della tua vita? Un album autobiografico?
È un disco “anche” autobiografico, ma i messaggi di quello che scrivo sono sempre messi giù in modo da non essere solo miei, ma di tutti. La musica è libertà e la libertà è di tutti. Parlo di me, cercando di essere chiunque.
Quale artista italiano, in questo momento, ti piace ascoltare?
Sinceramente non sto ascoltando artisti italiani ultimamente, tanti internazionali tra cui Marcus King e Chris Stapleton
Come è stato il percorso per arrivare a registrare il tuo primo disco? Quali consigli dai ai tuoi giovani colleghi che devono ancora fare questo passo?
Questo disco è stato registrato in famiglia,è un disco talmente vero e sincero che va via liscio. È stato registrato con tutta la line up di base (chitarre, basso, batteria e tastiere) in diretta, e questo per dare quel suono che solo dal vivo riesci ad avere. La mia band è composta da grandi amici e la sincerità di questo a fatto sì che il disco viaggi senza fermate. Le registrazioni sono state così, istintive, dirette. L’unica grande difficoltà è stata scegliere i brani, perché ne avevo scritti davvero tanti. Un consiglio che do ai giovani è quello di cercare la propria strada senza ascoltare troppo le mode e i risultati che ottengono gli artisti mainstream. Partite dai concerti, suonate ovunque vi si conceda di farlo, e state con la gente, saranno loro a portarvi sulla strada giusta
Sulla copertina del tuo disco imbracci una chitarra che sembra molto “vissuta”. È chiaro che sei legato al tuo strumento e che evidentemente ti rappresenta nel tuo lavoro.
È una Telecaster fine anni ’70. Ci ho passato gioie e dolori, soddisfazioni e tanti sogni. Con lei ho registrato tutto il disco e continuerò a portarla con me come ormai accade già da anni in tutti i miei concerti.
Esiste il problema della distribuzione e della promozione. Come hai affrontato tutto questo?
Nel corso degli anni ho avuto la fortuna di lavorare in tanti contesti professionali dove ho conosciuto tanta gente del settore e ho vissuto sulla mia pelle l’argomento. La distribuzione sul digitale è diventato ormai essenziale per essere internazionali e fortunatamente con l’appoggio di un distributore si riesce ad essere ovunque. Quindi Back to the essence è presente su iTunes, Spotify, Amazon, Deezer, Tim Music e tantissimi altri. La distribuzione fisica ad oggi avviene ai miei live, ma ci stiamo strutturando per effettuare anche spedizioni su richiesta, gestita interamente da noi e dal nostro staff. La promozione, questa la stiamo facendo in modo molto diretto e reale, esclusivamente sui social. La mia pagina Facebook diventa quella piattaforma dove posso pubblicare video, informazioni, pensieri e tutto quello che gira intorno a #backtotheessence. E poi i concerti.
Programmi futuri?
Tra giugno e luglio saremo impegnati sui live e stiamo programmando già quello che sarà il tour per l’inverno e la prossima estate. È imminente l’uscita già di un secondo estratto dal disco con relativo videoclip. Crediamo di portare quanti più concerti possibili in giro per l’Italia, perché è dal vivo dove ci esprimiamo al massimo tutti. Mi piacerebbe molto che Back to the essence riuscisse a volare fuori confine, chissà… magari anche negli States
E noi ovviamente te lo auguriamo. Grazie Manuel, aspettiamo il tuo prossimo disco!
Nicola Olivieri