Molto rumore per … nulla?

Inquinamento acustico e atmosferico a Salerno.

Ancora una volta il Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane non ha fornito buone notizie ai salernitani e ai cittadini di altre città campane in merito ai livelli di inquinamento delle aree monitorate.

Nel primo trimestre dell’anno in corso le concentrazioni di PM10 in molte località sono già oltre o pericolosamente vicine al limite dei 35 giorni annui di superamento concessi dalla normativa. Quest’anno si è aggiunto l’esame anche della componente rumore che non è più da sottovalutare per le conseguenze che può avere sulla qualità della vita e sulla salute pubblica.
L’onda sonora nasce come mezzo di trasmissione di piacevoli o utili informazioni che giungono al nostro orecchio quali per esempio l’ascolto di una canzone o di una musica rilassante, oppure un “bip” che aiuta a risvegliare l’attenzione dell’operatore di una macchina.

Quand’è che si trasforma in rumore che causa fastidio e interferenza con lo stato di benessere di un individuo?
Ce lo dicono delle normative che stabiliscono soglie, in decibel, oltre le quali il rumore causa stress e un vero e proprio inquinamento acustico. Ebbene, il Treno Verde ha misurato in alcuni giornate, oltre che i livelli di PM10, le reali concentrazioni del rumore su alcuni percorsi all’ interno dei quartieri di Salerno. Ne è venuto fuori un interessante e inedito confronto tra diverse aree del tessuto urbano.

Per quanto riguarda il rumore, gli hot-spot in via della Partecipazione, Lungomare Trieste fronte via Cilento, via Porto altezza molo 3 e Corso Vittorio Emanuele altezza via Fieravecchia hanno registrato valori di Leq – livello equivalente – oltre i limiti previsti dalla zonizzazione, mentre solo l’hot-spot di via dei Greci è nei limiti.

E quali sono le principali fonti del rumore? Può sembrare paradossale, ma l’attività domestica è una delle principali cause, documentate dalle continue lamentele dei condòmini per tv e stereo ad alto volume, condizionatori, strumenti di lavoro o di svago rumorosi azionati in orari inopportuni e così via.

All’ esterno le emissioni sonore prodotte da traffico stradale sono la prima causa del disagio da rumore,nonostante barriere fonoassorbenti e l’abbassamento dei valori limite di anno in anno degli indici di rumorosità di automobili, convogli ferroviari e aeromobili.
Non minore fastidio procurano insediamenti industriali ubicati vicino alle aree urbane e la cosiddetta musicalizzazione degli spazi pubblici in bar, ristoranti, centri commerciali, aeroporti, negozi, spiagge o per eventi di quartiere.

E’ evidente che non se ne può uscire con ordinanze riferite a ogni singolo episodio, ma con una visione strategica ecosostenibile del futuro, riprogettando un modello di città con l’obiettivo di diminuire i livelli di smog e di inquinanti attraverso l’abbandono di combustibili fossili, scelte urbanistiche rispettose delle aree verdi, sensibilità verso uno stop al consumo del suolo, trasporto pubblico efficiente principalmente su ferro e con veicoli ecologici, edifici green alimentati da fonti rinnovabili e così via.
Ormai non mancano gli strumenti per studiare e pianificare soluzioni per migliorare la qualità dell’aria e degli ambienti urbani.

E’ possibile sperare che non faccia difetto la consapevolezza e la volontà dei nostri amministratori, a Salerno come nel mondo?

Vincenzo Iommazzo

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