Pino Daniele nel ricordo di Antonio Onorato
SalernoNews24 rende omaggio a Pino Daniele con interviste esclusive.- di Claudia Izzo-
Chitarrista e compositore, Antonio Onorato coniuga il jazz rock alla world music. Tiene concerti in tutto il mondo, solista a Festival internazionali accanto a nomi di eccellenza. Contattato per un suo ricordo di PinoDaniele ci chiede tempo, perché il dolore divora anche le parole.
-Chi era Pino Daniele per Antonio Onorato?
“Pino era un amico fraterno … Gli volevo davvero bene e anche lui me ne voleva. La nostra era un’ amicizia speciale. C’era una simpatia epidermica tra di noi, oltre a una grande stima artistica reciproca. Pino non amava la vita mondana, il suo mondo era la Musica. Trascorrevamo ore a parlare della nostra passione comune, di chitarre, accordi … Era una persona generosissima. Oltre all’immenso patrimonio musicale che ci ha lasciato, ha tracciato delle strade che ogni musicista sensibile può percorrere … tempo fa, mi ha anche regalato una sua chitarra … Ha lasciato un vuoto incolmabile dentro di me. Sto molto male perché ho perso un carissimo amico, ma anche per la grande perdita artistica: è come se avessero cancellato Capri dalla mia vista.”
–Il suo Napolitan Sound è un mix che va dal jazz sbarcato nel periodo del dopoguerra, al blues, al funky, ai caldi ritmi latini, alle sonorità mediterranee. Tutto ciò ha reso il bluesman made in Napoli unico… cosa ne pensi?
“Pino ha riportato la Musica napoletana ai massimi livelli. La sua poesia è pari a quella di un Salvatore Di Giacomo e il suo estro musicale è geniale. È alta classe, alta scuola artistica … Un chitarrista eccellente che ha, oltretutto, influenzato il mio modo di suonare. Come tutti i veri musicisti trascorreva intere giornate con la chitarra in mano a studiare per perfezionarsi sempre di più e per ricercare strade nuove da percorrere. Un temerario, come tutti i grandi innovatori”.
-“Il napoletano a metà”, il “lazzaro felice” ha collaborato con Richie Evans, Pat Metheny, Eric Clapton, solo per citarne alcuni, ha portato la sua musica all’Olympia di Parigi, all’ Apollo di New York, al Festival di Varadero a Cuba, al Crossroad Guitar Festival di Chicago … ed oltre. Cosa ha dato alla musica internazionale?
“Ha reso la Musica napoletana competitiva con la Musica importante internazionale… penso ai Weather Report, a Wayne Shorter, Chick Corea, Metheny , Clapton, Gato Barbieri … Questi Signori amano e stimano veramente Pino Daniele e la maggior parte di queste collaborazioni sono state vere “collaborazioni artistiche” e non mere operazioni di marketing pagate a peso d`oro, come spesso accade in altri casi con altri artisti”.
-Per Napoli cosa ha significato avere Pino Daniele come “suo figlio”?
“I Napoletani devono essere orgogliosi di avere avuto Pino Daniele come concittadino. Pino ha raccontato Napoli in tanti suoi brani … Una Napoli con tutte le sue contraddizioni ma con una grande e nobilissima cultura. Le sue critiche sono sempre state costruttive, non sopportava chi si piangeva addosso né chi con i paraocchi non reagiva di fronte ai problemi. Ha dato nuova voce alla cultura antica e raffinata di una città che niente ha che vedere con l’ immagine becera di Napoli che viene insistentemente mostrata dai mass media”.